lunedì 19 dicembre 2016

Souper


"Souper" di Ferenc Molnár. Traduzione di Ada Salvatore, adattamento e regia di Fausto Paravidino. Scene Laura Benzi; costumi di Sandra Cardini; aiuto regia di Maria Teresa Berardelli; Luci di Alessandro Macorig; foto di scena Simone Di Luca. Con Filippo Braidotti, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana; Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos e Federica De Benedettis. Produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Al Teatro San Giorgio di Udine.
E' un evento raro che le sapide commedie di Ferenc Molnár, famoso in tutto il mondo per essere l'autore de I ragazzi della via Paal, vengano rappresentate in Italia (giurista di formazione, fu valente giornalista oltre che romanziere e drammaturgo), e così non mi sono lasciato scappare l'opportunità di assistere alla rappresentazione di questa versione di Souper curata da Fausto Paravidino, portata in scena lo scorso fine settimana al San Giorgio Udine, dopo aver debuttato al Rossetti di Trieste e aver girato alcuni teatri regionali dall'affiatata compagnia dello Stabile del Friuli Venezia Giulia. Si tratta di un breve e intenso "scherzetto" tirato al Direttore di banca durante la cena del suo sessantesimo compleanno, quando oltre al genetliaco festeggia il raggiungimento dell'apice della sua carriera nell'alta finanza, assieme agli amici che più gli sono stati vicini (ma forse sarebbe più appropriato chiamarli complici): la visita, proprio mentre ha appena iniziato il suo discorso di ringraziamento dopo quelli sperticatamente elogiativi dei suoi compari, di un ufficiale di polizia venuto ad arrestarlo. Amici tanto zelanti nel decantare le virtù del Direttore quanto solerti, una volta scatenatosi il panico, nel prenderne le distanze accusando gli altri di collusione con lo sventurato, scoprendo ciascuno i propri altarini e gli intrecci più sordidi in nome del Dio Denaro, ma tutto si riaggiusta, nello spietato, ipocrita e corrotto mondo dell'alta finanza quando si scopre che è stato Richetto, un comune bizzarro conoscente con velleità di attore, a travestirsi da poliziotto e a organizzare il tiro mancino: tanto ben riuscito quanto in definitiva credibile; e nemmeno il disvelarsi della falsità e dell'opportunismo delle amicizie fa cambiare l'andazzo in quel mondo. Istruttivo divertissement scritto nel 1930 e quanto mai attuale, a dimostrazione che quando si tratta di finanza non è mai cambiato niente, né cambierà. Ironia, sberleffo, scambi di frecciate posti con garbo da un gruppo di interpreti convincenti (una menzione particolare per l'incantevole e versatile Lara Komar) in uno spettacolo che, in 60 minuti appena, fornisce l'affresco di una realtà immutabile.

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